Poesia tratta da Deserto di Ilaria Palomba
Se non fossi morta
non cercherei
quello che cerco,
è un ricordo,
reminiscenza di lacrime,
di cammini nel tratturo
tra campi di grano
e case abbandonate.
E se fossi morta
abiterei queste scale,
pareti divelte,
radici disserrate
dei vetri infranti farei manbassa.
Questo stare qui
è violare il sole
accedere al sentiero senza pietre
finire il mare nella chiocciola ascoltare le onde
frangere al giorno
divorare la notte.
Se fossi simile a te
saprei morire
senza fare ammenda,
il perdono sarebbe
un frantume di luce
sulla battigia.

Poesia tratta da Deserto (Fusibilia, 2019) di Ilaria Palomba. Il nuovo libro di Ilaria è una silloge poetica sul deserto interiore, la guerra tra i sessi, l’abbandono, la follia e la dolorosa catarsi. Ha vinto la prima edizione del premio letterario Profumi di poesia.
Dalla recensione dello scrittore Ignazio Gori: “Da una barella, in semicoscienza, mentre qualcuno spazza il freddo pavimento di una corsia d’ospedale. Da un giardino sbiadito, riflesso in una scheggia di vetro. Da una spiaggetta lunare e un mare livido a lambire un’ombra. Da un qualsiasi limbo astrale che troppo somiglia a un obitorio cosciente. Ecco, sembrano queste le dimensioni da cui Ilaria Palomba scrive i versi di Deserto. Un libro che come il precedente Mancanza (Augh! Edizioni 2017) identifica in un “vuoto” incolmabile il rifugio estremo alla vita o all’apparenza di essa, un’ombrosa matrigna che Ilaria sublima in poesia. La tremebonda paura che Ilaria si cuce addosso dopo l’ennesima sconfitta – sconfitta che ha il sapore di una rosa passita – sconfina in un urlo d’amore e di lacerazione e il “tu” o il “lui” cui l’autrice ferita si riferisce è senz’altro un sordo contraccolpo senza risposta: Cercami dove non finiscono gli addii […]”.
Link alla biografia di Ilaria Palomba:
https://ilariapalomba.wordpress.com/biografia-breve/